Le problematiche nel sistema scolastico spesso sono complesse, e questo vale anche per il ruolo dei docenti di sostegno. La pratica comune di utilizzarli come “tappabuchi” per coprire l’assenza dei docenti curricolari è illegittima e, in alcuni casi, può portare a denunce per inadempimento contrattuale.
Ma cosa significa essere un docente di sostegno? Ai sensi della legge, il docente di sostegno è a pieno titolo un insegnante della classe, non solo dell’alunno con disabilità a cui è assegnato. Questo significa che partecipa alla programmazione educativa e didattica, così come alle operazioni di valutazione, con diritto di voto per tutti gli alunni della classe.
Ricordate che i docenti di sostegno non operano soltanto per l’alunno disabile, ma sono parte integrante dell’intera classe. Le supplenze temporanee non dovrebbero coinvolgerli, a meno che non siano veramente necessarie e non ci siano altre soluzioni.
È importante rispettare il ruolo del docente di sostegno e garantire il diritto costituzionalmente garantito dell’alunno disabile all’inclusione. Utilizzare il docente di sostegno per le supplenze significa interrompere il suo lavoro di inclusione e negare all’alunno con disabilità il suo diritto al rapporto individuale.
Quindi, ricordate: in presenza dell’alunno disabile, il docente di sostegno non può essere usato per sostituire un collega assente, nemmeno nella stessa classe.